giovedì 23 dicembre 2010

Come sopravvivere a un attacco zombie durante le feste

Vi siete mai chiesti cosa fare nel caso un attacco di zombie cerchi di rovinare le vostre feste natalizie?
Troverete alcuni validi suggerimenti nel simpatico video qui sotto, gentilmente offerto dal Team Unicorn, in cui avrete modo di scoprire anche:
  1. quale priorità dare alla preparazione delle vostre torte preferite;
  2. quali regali fare ai vostri piccolini in modo che ne possano trovare utilizzo anche nei momenti meno piacevoli della vita;
  3. che prima di scambiare un ubriaco per uno zombie è meglio inforcare i vostri occhiali da vista e altro ancora.

Courtesy of io9

mercoledì 15 dicembre 2010

Le navi spaziali di Ian McQue, concept artist

Ho una vera passione per l'illustrazione fantascientifica, soprattutto per le opere che hanno l'ardire di immortalare l'evoluzione del nostro mondo, i nostri insediamenti su pianeti lontani, navi spaziali che solcano il cosmo.
Ne avete visto e ne vedrete alcune come sfondo di questo blog.
Oggi ho scoperto, grazie a io9, i lavori di Ian McQue, concept artist scozzese che ha realizzato una serie di immagini di navi volanti nel cielo terrestre caratterizzate da un'apparenza di vissuto e di rabberciato che ricorda da lontano certi fumetti di produzione ispanica o latino americana.


Sul sito di Ian McQue troverete le sue opere e i disegni di progetto e, se siete dei veri appassionati di navi spaziali, non potete di certo perdere Conceptships, un blog interamente dedicato al design concettuale aerospaziale.

sabato 4 dicembre 2010

Concorso Letterario: Ucronie Impure

Il Blog sull'Orlo del Mondo ha lanciato dal 18 ottobre 2010 il concorso Ucronie Impure, dedicato a racconti ucronici con elementi fantastici e non.

Alla competizione ogni autore può partecipare con un singolo racconto inedito di lunghezza compresa tra le 1.000 e le 7.000 parole; la partecipazione al concorso è gratuita.

Il concorso è sponsorizzato da Edizioni XII, casa editrice specializzata in narrativa "di genere".

Il primo classificato vincerà 100 euro, messi in palio dall’organizzatore del concorso (Alessandro Girola), e una copia del libro Carnevale.

I finalisti dal secondo al quinto posto vinceranno vari libri fantastici e horror con ambientazione storica o ucronica (consulta il bando per la lista completa).

In aggiunta, Edizioni XII mette in palio come premio della critica due wild-card per accedere alla fase finale della selezione editoriale di Discronia, il nuovo progetto della collana Camera Oscura di Edizioni XII.

I racconti finalisti saranno inoltre raccolti in un eBook professionale creato da eBookAndBook.it (a discrezione dell’organizzatore del concorso, se la qualità dei racconti finalisti sarà ritenuta sufficiente).

Le iscrizioni sono già aperte e chiuderanno venerdì 31 dicembre 2010.

Il bando del concorso è reperibile dal post ufficiale del concorso su Il blog sull’orlo del mondo.

Da: La tela nera

Star Blazers is back! Spezzoni e anticipazioni

Chissà quanti di voi, che avete superato gli -enta e poi gli -anta,  ancora hanno l'ardire di ricordare una serie a cartoni animati intitolata Star Blazers?
Prodotta negli anni '70 e approdata sui nostri schermi nei primi anni '80, l'anime vide protagonista la rediviva corazzata della seconda guerra mondiale Yamato, da noi ribattezzata Argo, ristrutturata e pronta per nuovi conflitti interstellari contro invasori alieni.

Lo stile e la nave della serie ricordano il più famoso (da noi) Capitan Harlock, altro cartone animato del medesimo regista Leiji Matsumoto.
Ebbene, Star Blazers sta ritornando, ma questa volta non più in versione anime, ma bensì con attori in carne e ossa ed effetti speciali: "Space Battleship Yamato" è uscito in Giappone il 1° Dicembre e speriamo di vederlo presto sui nostri schermi.
Ecco alcuni spezzoni del film:





E ora il trailer ufficiale:


Da io9

venerdì 3 dicembre 2010

Concorso letterario: Space Prophecies VII, anno 2011

Yavin 4 e Moonbase ’99 presentano:
Space Prophecies, Episodio VII


La partecipazione al concorso letterario "Space Prophecies" è dedicata agli autori italiani di racconti di fantascienza.
Al concorso possono partecipare tutti i racconti appartenenti a questo genere, comprese Fan Fiction di Guerre Stellari, Spazio 1999 e tutto quello che riguarda la fantascienza. Tutti i racconti saranno sotto una singola categoria.
I testi inviati devono essere stati redatti originalmente dal partecipante; devono inoltre essere inediti o, in caso contrario, copyright e diritti da esso derivanti devono essere di esclusiva proprietà dell’autore.
I racconti partecipanti devono essere di massimo 10 cartelle dattiloscritte (da 2.000 battute ciascuna). Ogni autore può partecipare con massimo due elaborati.
Possono concorrere anche racconti che abbiano già partecipato ad altri premi. La partecipazione al premio è gratuita e comporta la cessione dei diritti di pubblicazione della/e opera/e partecipante/i per una eventuale antologia collettiva o per altro tipo di edizione che raccolga i racconti iscritti al concorso, a cura dell’organizzazione stessa del premio.
Le opere vanno inviate preferibilmente via Internet all'indirizzo e-mail:


Ogni racconto dovrà essere in file formato RTF o DOC e NON contenere tutte le generalità dell'autore che dovranno invece essere specificate nel testo della mail.
A tal fine, la stessa dovrà allegare, la dicitura "Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi della legge D. L.vo 196/03". La Segreteria s'impegna a modificare gli stessi dietro richiesta del partecipante e ad utilizzarli ai soli fini dell’organizzazione del concorso.
Se non si possiede Internet, si possono inviare le opere su carta per posta normale, in duplice copia, possibilmente allegando dischetto o CD contenente i testi dei racconti in formato RTF (sempre NON contenenti all’interno i dati dell’autore), all'indirizzo:

Premio "Space Prophecies, Episodio V"
Yavin 4 (Att.ne Maico Morellini)
Via Pastore 21/A
42011 Bagnolo in Piano (RE)


Ogni racconto dovrà essere pinzato (non devono esserci fogli sciolti). Anche in questo caso è richiesta la liberatoria sulla privacy ai sensi della legge D. L.vo 196/03, di cui al primo punto. I dati anagrafici dell’autore dovranno essere su un foglio a parte, sempre all’intero del plico contente l’opera.
Se si spediscono i racconti via posta elettronica, non c'è bisogno di mandarli anche su carta.
I racconti devono pervenire entro e non oltre il termine improrogabile del 15 marzo 2011. In caso di invio a mezzo del servizio postale, farà fede la data riportata nel timbro apposto sulla busta. I racconti pervenuti oltre il succitato termine non saranno in alcun caso presi in considerazione,né restituiti al mittente.
I racconti partecipanti al concorso saranno valutati da una commissione di membri facenti parte delle associazioni Yavin 4 e MoonBase ’99, con l'eventuale ausilio di componenti esterni. La commissione esaminatrice si impegna a far conoscere ai partecipanti del concorso i risultati dello stesso, mediante pubblicazione dell’intera classifica entro e non oltre 15 Maggio 2011.

I primi tre classificati verranno pubblicati sulle riviste "Living Force" e "S.H.A.D.O.W.S 1999", integralmente dentro la stesse, come supplemento o in forma di allegato.
Inoltre, per il primo classificato, è prevista:
- 1° classificato: associazione gratuita (o rinnovo) per un anno ad uno dei due club (a scelta dell'autore) più targa.
- 2° classificato: medaglia
- 3° classifcato: medaglia

La partecipazione al concorso implica la conoscenza e la comprensione completa di tutte le clausole statuite dal presente bando, nonché la loro totale ed incondizionata accettazione.

 - Scarica il Bando ufficiale del concorso: PDF [31Kb] -

giovedì 2 dicembre 2010

Concorso Letterario: XVII Trofeo RiLL

Dal 1994 l'associazione Riflessi di Luce Lunare organizza ogni anno il Trofeo RiLL, concorso letterario per racconti brevi di genere fantastico (fantasy, fantascienza, horror e tutto quel che è al di là del "reale" e del "verosimile"). Il premio è rivolto a tutti gli appassionati, senza distinzioni di sorta.
Il Trofeo prende il via a novembre per concludersi in primavera; la premiazione avviene in autunno, all'interno della manifestazione  Lucca Comics & Games.
Le iscrizioni sono aperte sino al 15 marzo 2011.

Scelti i racconti finalisti, questi vengono valutati dalla Giuria Nazionale, che decide quali racconti premiare.
La Giuria è composta da scrittori, giornalisti, editor, autori di giochi e personalità del mondo ludico italiano. L’immaginario letterario e quello ludico, infatti, sono per noi molto più vicini di quanto si pensi normalmente, e ci piace quindi accostare chi storie fantastiche le scrive per mestiere e chi le inventa per giocare o far giocare.
Da sempre, i racconti premiati in ogni edizione vengono pubblicati (senza alcuna spesa per gli Autori) nelle antologie della serie Mondi Incantati.
Dapprima autoprodotti da RiLL, dal 2003 questi volumi annuali sono stati realizzati professionalmente dalla Nexus Editrice, che ne cura anche la distribuzione.
In questa sezione del sito sono on line tutti i dettagli e le informazioni inerenti il Trofeo RiLL.
Chi avesse però altri dubbi o curiosità deve, semplicemente, scrivere alla RiLL.

giovedì 25 novembre 2010

24/11/2010: cerchi nel grano e sbarchi alieni [racconto istantaneo]

La lettura di http://attivissimo.blogspot.com/ (che vi invito a frequentare spesso) crea un'occasione ghiotta per un racconto istantaneo.


Una sottile sfumatura [racconto istantaneo]

Ciak! Ciak! Ciak!
- Ahia! E stai più attento. Mi hai schiacciato un piede.
- Scusa, ma qui non si vede quasi niente.
- Ma se abbiamo scelto questa notte proprio perchè c'è la Luna piena...
- Si, ok, ma non è che ci si veda come di giorno.
- E allora cerca di prestare attenzione al mio rumore.
- Ma se è uguale al mio! Non capisco se sono io che calpesto o sei tu.
- Sono io, sono io. Tu fai solo finta.
- Non è vero.
- Invece sì. Mi tocca sempre ripassare il tuo lavoro.
- Non è vero.
- Invece sì, non ti sei mai accorto che finisco sempre dopo di te?
- Certo che me ne sono accorto. Però pensavo che fossi solo più lento di me.
- Lasciamo perdere. Sbrighiamoci che tra poco quella Luna cala.
- Va bene. Ne mancheranno, sì e no, ancora 42-43.
- Dividiamoci. Io vado di là, tu di qua.
- Di là dove?
- Di là, no? Non vedi dove ho indicato?
- Ah, era quel braccio lì. Io pensavo indicassi con l'altro.
- No, di là. Vai dai, non farmi perdere tempo.
...
- Ok, finito.
- Beh, dall'alto deve fare un bell'effetto.
- Sì, vedrai che lo noteranno subito.
- Però, ti devo dire la verità. E' un po' che ne facciamo e non è che ci sia tutto 'sto traffico.
- Cosa intendi?
- Beh, quanti ne abbiamo fatti di questi lavori. 200? 250? Ho perso il conto. Qualcuno ci ha mai ringraziato?
- Non ti basta il tuo stipendio? Comunque, aspetta e vedrai. Devi essere paziente. Un mio amico dice che, in media, ci impiegano 2-3 anni, ma poi arrivano le gratificazioni.
- Mi stavo facendo una domanda: perché li facciamo solo qui, in questi due continenti. E negli altri continenti niente di niente?
- Perchè il grano qui è più adatto. E poi si fanno nei luoghi dove ci sono delle motivazioni per farlo.
- Ma poi non ci sarebbe un modo più semplice e veloce per fare 'sti cosi? Dobbiamo sempre fare tutto a mano. Insomma, possibile che con i progressi tecnologici della nostra civiltà...
- Ci avevo pensato anche io e mi ero riproposto di studiare meglio la cimatica.
- La cinematica, intendi? Ma cosa c'entra?
- No, la cimatica. Si tratta di una tecnica per impiegare onde sonore e modificare il paesaggio.
- Caspita! E funziona davvero?
- Mah... a livello teorico sì, ma devo ancora approfondirne le applicazioni pratiche, posto che ne esistano.
- Beh, però se la studiassimo noi, magari, potremmo diventare famosi come i primi cimaticisti.
- Sì, non male come idea. Magari ne parliamo al capo, più tardi. Ora però dobbiamo andare. Manca poco all'alba.
I due raccolsero gli attrezzi utilizzati per calpestare le spighe di grano e si diressero al mezzo.
Quello più alto si voltò e, con espressione soddisfatta, rimirò il lavoro svolto. - Non male, non male. Chissà cosa ne diranno quelli che lo vedranno?
Il compare più tarchiato buttò tutti gli attrezzi nel bagagliaio e salì a bordo. - Dai, andiamo a dare un'occhiata da sopra.
Lo spilungone aprì il suo portellone e si mise ai comandi: le sue quattro mani stavano già impostando la rotta per il ritorno sugli strumenti dell'astronave.
A 400 metri di altezza si fermarono per osservare l'opera realizzata.
- Porca miseria! - L'esclamazione del tipo più alto rimbombò per la cabina di pilotaggio.
- Che c'è?
- Non vedi? - indicò con una delle quattro dita di una delle quattro mani di una delle quattro braccia. - Cosa leggi?
- Accidenti...
- Non possiamo neanche rifarlo.
- Porca miseria. E adesso?
- Ormai la frittata è fatta. D'altro canto siamo anche stanchi, giriamo per tutto il braccio della galassia a fare questi lavori. Ogni tanto un errore è logico che ci scappi.
- Che figuraccia: penseranno di trovare una cosa, invece dovranno faticare un bel po'.
- Peccato, però.
- Già, ma comunque è colpa tua.
- No, non è vero.
- Sì, invece. Chissà a cosa stavi pensando mentre scrivevi?
- Stavo pensando a scrivere.
- Seeeeee, come no. Stavi pensando alle tue femmine, confessalo.
- Non è vero.
- Invece sì. Secondo me, certi cerchi che facevi ti ricordavano gli apparati riproduttivi di Praisdf o di Bdjhf-dfe o ancora di Yosidfu-ew-f. Ecco sì, sicuramente di Yosidfu-ew-f. Quella ti fa perdere la testa. Sei il solito distratto. Porca miseria!
- Non è vero. Ero concentrato sulla scrittura.
- E' un vero peccato, però. Un pianeta così bello... Vabbè.
- Comunque non è colpa mia. Io pestavo il grano, sei tu che hai fatto il progetto.
- Ecco, se guardi il disegno del progetto, vedrai la differenza. Se noti, io la mia parte l'ho fatta giusta. E adesso mi spieghi perché, anziché scrivere "Scavare qui per trovare il metano" abbiamo scritto "Pregasi vaporizzare integralmente questo pianeta causa futuri lavori autostradali." ?

Foto ©Margherita Campaniolo

Ringraziamenti: ringrazio Attivissimo, florealpolla e Douglas Adams per le suggestioni ispirative.

lunedì 15 novembre 2010

Individuato il buco nero più giovane a circa 50 milioni di anni luce dalla Terra

La supernova nella galassia M100
(clicca per ingrandire)
Gli astronomi dell'osservatorio Chandra della NASA hanno individuato, nel nostro vicinato galattico, prove dell'esistenza di un buco nero di soli 30 anni di età, il più giovane mai individuato fino a ora.
Un oggetto di questa entità aiuterà gli scienziati a comprendere come esplodono le stelle massive, quali lasciano buchi neri e quali stelle a neutroni.
Il buco nero è ciò che rimane di SN 1979C, una supernova della galassia M100 a circa 50 milioni di anni luce dalla Terra.
La caratteristica che lo rende peculiare, oltre alla sua vicinanza, è la sua formazione che, secondo la teoria, è avvenuta per il collassamento del nucleo di una stella, a differenza di altri buchi neri più distanti che sono stati individuati per le loro forti emissioni di raggi gamma (gamma-ray bursts - GRB).
Sebbene le evidenze conducano a teorizzare la presenza di un giovane buco nero, sussiste comunque la possibilità che l'oggetto sia invece una giovane stella a neutroni con una rotazione molto rapida con un forte vento di particelle ad alta energia, il che renderebbe l'oggetto in SN 1979C la più giovane e brillante "pulsar wind nebula" e la più giovane stella a neutroni.




FonteNASA

Un costume a la District 9

Purtroppo Halloween è già passato, ma siamo ancora in tempo per il prossimo carnevale o per la prossima *CON, ma anche per fare uno scherzetto alla vostra mamma: e quindi, per tutti coloro che desiderano qualcosa di veramente originale, consiglio di iniziare a lavorare su un costume alla Vikus Van de Merwe, il protagonista di District 9, recente capolavoro di Neill Blomkamp.
Eccovi allora un paio di dritte su come realizzarne alcune parti che di certo non troverete nella cartoleria sotto casa:
C'é poi chi ha anche tentato di replicare il viso tentacolare degli alieni, con dubbi risultati.

giovedì 11 novembre 2010

Il mistero del missile in California [racconto istantaneo]

9 novembre 2010 
E' giallo su un missile lanciato ieri sera dalle coste della California meridionale e la cui scia è stata filmata da un elicottero della rete televisiva Kcbs (affiliata locale della Cbs). Secondo la Kcbs il missile è stato lanciato da una posizione a 56 km a largo delle coste ad ovest di Los Angeles e a nord dell’isola di Catalina. [Fonte: Quotidiano.net]

- Colonnello, ha fatto un ottimo lavoro con i giornali.
- Grazie generale. Ho dovuto contattare personalmente i direttori e anche un paio di astronomi per gestire la crisi. Purtroppo il servizio della KCBS e le parole di Ellsworth e di McInerney non ci hanno aiutato.
- Già. Anche se la gente non sa che Ellsworth non ha mai capito nulla di militare, per cui i complottisti gli daranno credito di certo. E McInerney andava di sicuro in cerca di un po' di notorietà. Sa come funzionano queste cose, no? Il direttore del giornale chiede ai suoi se conoscono qualcuno che può fare una dichiarazione a supporto delle teorie più estreme, questi contattano gente repressa che ha avuto una qualche funzione nel contesto in cui si parla e il gioco è fatto: eccoti la tua bella dichiarazione che supporta la teoria del missile.
- Si, naturalmente, ma, come ci ha insegnato l'esperienza, in questi casi per coprire un'attività segreta bisogna prima elaborare e divulgare alcune teorie alternative da dare in pasto ai giornali, e poi uscirsene con una smentita ufficiale dal Pentagono.
- A proposito di Pentagono, mi dica di cosa avete discusso con Lapan.
- Col colonnello Lapan ho condiviso alcune idee e frasi per il comunicato da diffondere alla stampa. Suonerà un po' così: "Con tutte le informazioni che abbiamo raccolto nell'ultimo giorno e mezzo circa questa scia di condensazione bla bla bla, sia all'interno del Dipartimento della Difesa sia delle altre agenzie governative, non abbiamo evidenza che suggerisca che si sia trattato di altro che di una scia ausata dai motori di un aereo"
- Bene, ha dato evidenza anche delle "altre agenzie governative", così se anche i giornali vanno a investigare in qualche altra agenzia troveranno sempre la stessa risposta.
- Affermativo.
- Ottimo.
- E poi Lapan proseguirà smontando la teoria del missile dicendo che la determinazione è stata effettuata su una serie di osservazioni su materiale video e fotografico, su tracciati radar, su testimonianze e registrazioni che non hanno dato evidenza alcuna della presenza di un missile.
- Ma secondo lei si sono convinti?
- Su questo non so darle una risposta precisa. Certo è che al Dipartimento della Difesa sono sicuri che si sia trattato di un missile, ma sono anche sicuri che non sia partito da un sottomarino russo, o giapponese o di altri ancora. Quindi, in questo momento, stanno brancolando nel buio.
- E lasciamoli brancolare. Sperando che non decidano di fare un sopralluogo sul supposto sito di partenza del missile.
- Beh, se anche lo facessero, mi aspetto che dovranno scandagliare a lungo un'area vasta come tutta la Death Valley, e solo presentare un preventivo di spesa per un'attività del genere basterà a fermare l'impresa. E' pressoché impossibile individuare le aperture dei silo di lancio dei missili, considerato quanto siano nascoste tra le montagne sottomarine a una profondità di 600 m.
- Sono d'accordo con lei, colonnello. Però è un po' di tempo che sto riflettendo sulla convenienza di questa estrema segretezza a cui ci siamo affidati. Ci siamo dovuti addirittura inventare anche il livello 5. Ma ci conviene davvero?
- Ma, generale, non possiamo permettere che soltanto una persona non coinvolta direttamente nel progetto Difesa Spaziale possa venire a conoscenza di informazioni Extra-Secret sulla base sottomarina, con un estremo rischio di divulgazione. Lo sanno solo il Presidente e il suo vice. Qui non stiamo parlando della sola sicurezza degli Stati Uniti e dei suoi alleati...
- Lo so, lo so, colonnello, mi risparmi la solita brodaglia. Sarà che quando si arriva a una certa età, il dubbio di non fare tutto quello che sarebbe stato in tuo potere cresce sempre più.
- Capisco, generale, ma è ormai un dato di fatto che la divulgazione di informazioni di questo tipo porterebbero direttamente al panico collettivo e all'ingoverabilità totale. Riesce a immaginarsi frotte di attivisti pro e contro, disordini, sommosse, governi che cadono, anarchie...?
- Colonnello, conosco questa realtà da più anni di lei. Come ben sa anche io ho fatto la mia parte in Nicaragua e in tutti quei teatri dove era necessario preservare gli interessi degli Stati Uniti. So a cosa porterebbe una divulgazione: è vero che "La conoscenza garantisce indipendenza", ma se la gente sapesse ciò che sta accadendo succederebbero un casino planetario dopo l'altro.
- A proposito di casino, signore. Sono andato a verificare i dati del lancio.
- Non mi porti brutte notizie, la prego, colonnello.
- Il Minuteman IV è arrivato sul bersaglio, che si trovava al momento in un'orbita geostazionaria a 4.528 chilometri di altezza.
- E...?
- Al meglio delle rilevazioni dei nostri strumenti e di Hubble, non sono stati rilevati danni sostanziali.
- Cioè, mi vuol dire che...?
- Crediamo che il Minuteman IV sia stato intercettato poco prima di arrivare a destinazione.
- Ma avrà comunque avuto un qualche effetto, no? Erano 200 Megatoni, è una delle cariche più potenti che avevamo, capace di fare piazza pulita in un raggio di 100 k.
- Quello che pensiamo è che, come si vede nei film, abbiano sviluppato una tecnologia di scudi di energia impenetrabili. Non so cosa pensare: probabilmente hanno trovato un modo per utilizzare la stessa energia dell'esplosione o chissà che altro.
- E allora cosa dobbiamo fare? Chiamare Ronald Emmerich e farci dare qualche dritta tipo Independence day?
Il colonnello volge lo sguardo a terra, imbarazzato. - Per un momento ci avevo pensato anche io, signore. Anche perchè, secondo le ultime rilevazioni, pare che nella fascia di Kuiper ne siano state avvistate altre 300 in rapido avvicinamento.

mercoledì 10 novembre 2010

[Cronache d'AltroDisco] Lord Kelvin incontra gli Argentino TransMetallici

Il lungo peregrinare di Lord Kelvin non ha mai fine: per riportare ordine nel caos, per ricondurre al giusto senso tutte le cose e le AltreCose, chiede lumi al Management di Dhergabar che gli consiglia di partire per andare a recuperare il fuoco sacro che arde nei cuori degli Argentino Transmetallici, un fuoco sacro che non è mica un X-factor qualsiasi!
Il cuore metallico del rock batte senza definire i bpm, che a volte sono centinaia e a volte poche decine, ma quel che più conta è che senza di esso il cammino evolutivo del paratempo si potrebbe congelare in uno statico avviluppo di rumori indefiniti che passano sotto il nome di techno-house.
Vai, Lord Kelvin, cavalca le steppe della pampa sul tuo destriero improbabile e riporta a noi, bramosi di arte e scienza dei suoni nel tempo, il succo del discorso.



Ecco cosa ha dichiarato Lord Kelvin al termine della sua missione in un attimo di fulgore mistico:"I fucking love Bruce Dickinson this way!! Yeahhh!!"
Domanda del quiz: qual è il nome che si sono affibbiati gli Argentino Transmetallici?

giovedì 28 ottobre 2010

[Cronache d'AltroDisco] Lord Kelvin d'Altrodisco goes OtherBritain

In questa nuova avventura, Kelvin, ribattezzato Lord Kelvin per meriti sul campo, si trova alle prese con una non ben definita minaccia proveniente dal popolo degli OtherBritish, un insieme di genti che popola la grigia landa al di là della Manica, popoli talmente incivili da non risciacquare i piatti dopo averli lavati, ma che vogliono comunque affrancarsi dall'etichetta di spocchiosi colonialisti musicali, affibbiata loro dal resto dell'Altroquando.
Anche questa volta l'impresa di Kelvin sarà ardua, ma tutt'altro che noiosa: trovare il modo di riportare l'universo a girare in senso orario a 45 giri. Come farà, soprattutto di fronte alla terribile minaccia posta da questi para-punk con kilt skozzesi, anfibi rinforzati e dentiere d'Altroquando?




Nota: poiché la vicenda si svolge in un mondo parallelo al nostro, ogni riferimento a persona, cosa, modi di fare, usi e costumi è puramente casuale.
Domanda del quiz: quanti anni ha il solista del gruppo?

mercoledì 27 ottobre 2010

[Cronache d'AltroDisco] Lord Kelvin d'Altrodisco

Calvin Morriston è un sergente della guardia nazionale dell'Ohio a riposo quando viene trasportato in un altro universo, un universo in cui una casta di produttori musicali ha il monopolio sull'etere e utilizza la televisione per indurre alla pazzia tutti coloro che circondano Calvin (colà ribattezzato Kelvin). Per poter sopravvivere, Kelvin dovrà cambiare il mondo, reinventare il jazz, il rock e l'hip hop, riorganizzare l'Institute of Electrical and Electronics Engineers e sconfiggere i burocrati musicali dei regni viciniori nel suo nuovo universo.
La sua prima avventura lo vede combattere contro dei nemici che dal Kazakhstan vogliono proporre all'oligarchia di produttori musicali un nuovo brano per manipolare le menti delle genti e indurle così alla sottomissione.
Riuscirà Kelvin a trovare il brano originale? E a che cosa si è ispirato l'autore per questo quiz?



Al primo solutore del quiz, la gratitudine paratemporanea di Tortha Karf.

martedì 26 ottobre 2010

Le Cronache d'AltroDisco

Le Cronache d'AltroDisco sono una serie di brevi episodi della vita di Lord Kelvin d'AltroDisco, liberamente ispirati al romanzo di fantascienza "Lord Kalva di Altroquando", scritto nel 1965 da H. Beam Piper come parte della sua Kalvan series di romanzi, a sua volta parte di una più vasta serie del Paratempo.
Beam Piper raccontava le avventure di un soldato della Pennsylvania trasportato  accidentalmente in un universo parallelo un po' più arretrato del nostro.
Le Cronache d'AltroDisco raccontano, invece, le avventure di Calvin Morriston, un sergente della guardia nazionale dell'Ohio a riposo che viene trasportato in un altro universo, un universo in cui una casta di produttori musicali ha il monopolio sull'etere e utilizza la televisione per indurre il popolo alla sottomissione attraverso la visione di programmi di infima qualità.
Questo universo parallelo è popolato, per fortuna, da gruppi valorosi di resistenti che con i loro componimenti musicali si oppongono al dilagante livellamento delle menti.
Questi gruppi lasciano a Lord Kelvin una video-testimonianza del loro operato, che al novello cavaliere comunica sempre una sensazione di deja-vu, sebbene per la sua scarsa cultura musicale non riesca mai a collegarla con fatti o episodi del mondo reale.

Ipotesi su come potrebbe essere la vita extraterrestre

Richard Dawkins, nel video del post precedente, cita, a un certo punto della discussione, le ipotesi di Simon Conway Morris, paleobiologo dell'università di Cambridge, sull'ipotesi di forme di vita aliene.
Dopo una breve ricerca, ho scoperto una conferenza della Royal Society tenutasi nel gennaio scorso (->registrazione audio), in cui professor Morris ha ipotizzato che gli extraterrestri si potrebbero essere evoluti in modo simile ai terrestri e che sarebbero quindi caratterizzati da una testa, un corpo e degli arti.
Allo stesso modo, potrebbero avere anche sviluppato le nostre stesse manie e difetti, come l'avidità, la violenza e la tendenza a sfruttare le risorse che trovano, fattori che li potrebbero rendere molto pericolosi nel caso avessimo la malasorte di incontrarli.
Morris sostiene che la vita si può sviluppare più facilmente su pianeti simili al nostro, con organismi costituiti dagli stessi elementi biochimici: concordemente, anche il processo evolutivo avrà dato vita a esseri alieni similmente a quanto accaduto sulla Terra.
E' difficile quindi immaginare che l'evoluzione su pianeti alieni sia avvenuta in modo diverso da quanto ha scoperto Darwin.
Secondo Morris "il numero di opzioni è effettivamente ristretto: non penso che un alieno possa essere come un blob. Se ci sono degli alieni là fuori, si devono essere evoluti come noi. Deovrebbero avere occhi e camminare su due gambe. Potrebbero venire in pace, come anche alla ricerca di un luogo per vivere e trovare acqua, minerali o carburante."
Il paleobiologo pensa anche che, poiché l'universo è molto più vecchio di noi, forme di vita aliene si potrebbero trovare a uno stadio evolutivo molto avanzato, per cui ne avremmo già sentito parlare a quest'ora. Per cui egli sente come sempre più probabile che non ci sia nessuno di intelligente là fuori (considerando come intelligente una forma di vita che sia arrivata a uno stadio evolutivo uguale o superiore a quello dell'uomo) .
A quest'ultima affermazione si potrebbe rispondere con un invito alla lettura del libro di Stephen Webb "Se l'Universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti? Cinquanta soluzioni al paradosso di Fermi e al problema della vita extraterrestre" che in modo divulgativo cerca di elencare 50 possibili risposte al famoso paradosso di Fermi, che dà il titolo al libro.
Personalmente credo che sia possibile che in un universo di quasi 14 miliardi di anni, in più di un pianeta si possano essere verificati fattori che hanno portato allo sviluppo di vita più o meno intelligente.
Dato questo per assunto, il fatto che fino a ora non siamo venuti a un contatto con costoro potrebbe essere dovuto all'eccessiva lontananza di queste specie, alla loro estinzione prematura o al loro totale disinteresse verso la ricerca di vite extraterrestri.
Vi invito ad ascoltare anche i pareri degli altri scienziati che hanno contribuito con i loro studi alla conferenza: a questa pagina troverete le registrazioni audio di tutti i partecipanti.

lunedì 25 ottobre 2010

La vita su altri pianeti secondo Dawkins e Tyson

Richard Dawkins mi ha fatto comprendere in giovane età l'evoluzionismo. Avete capito bene: non è stato Darwin, né Lamarck, né il prof di scienze. E' stato proprio questo contemporaneo discendente di Darwin con la sua memetica, con il suo Gene egoista e il suo Orologiaio matto, libri che ho amato, riletto e ringraziato per come trasmettono con eleganza e poesia il paradigma evolutivo.
E la poesia è stata uno dei pilastri di un incontro, tenutosi qualche settimana fa alla Howard University, dove Dawkins ha partecipato a una discussione dal titolo "The Poetry of Science", insieme a Neil deGrasse Tyson.
Solo qualche parola sul titolo, che trovo bellissimo: anche io ho sempre pensato che c'è della poesia nella scienza, concetto diverso dal dire la scienza è poesia, perché non sempre è vero.
Dawkins, nell'introduzione dell'incontro, afferma anche che la scienza è la poesia della realtà. Mi fermo qui, onde evitare derive retoriche che ci condurebbero in lidi lontani, ma fuori tema.

La conversazione tra i due scienziati aveva come punto di partenza il ruolo della scienza non solo come strumento per aiutarci a capire il mondo, ma come mezzo per aprire le nostre menti verso domande che probabilmente non sapremmo nemmeno di poter fare.
Tornando ai contenuti dell'incontro, tra i vari argomenti discussi si è parlato della possibilità di vita su altri pianeti e sulla fascinazione di noi terrestri nei confronti degli estraterrestri.

Entrambi gli scienziati si sono mostrati d'accordo sull'alta probabilità dell'esistenza di forme di vita intelligente nell'universo.
Il Dr. Tyson ha affermato che, in virtù del fatto che sebbene il DNA umano sia differente solo dell'1,5% dal DNA degli scimpanzè, e nonostante questo le due specie non riescano ancora a capirsi, è molto improbabile che potremmo comprendere un essere intelligente di un altro pianeta e che egli possa riconsocere gli umani come specie intelligente.
Tyson ha anche affermato che, parlando di fantascienza, la sua preferenza va verso gli extraterrestri non antropomorfi: una delle sue creature preferite è il blob del film omonimo del 1958. La sua idea parte dal fatto che, nella cultura popolare, gli alieni sono spesso rappresentati con fattezze similmente umane, con struttura del corpo e del viso che ricorda quelle degli esseri umani, rappresentazione sicuramente egocentrica e probabilmente priva di fondamento.
Dawkins ha però osservato che il mondo fisico esercita determinate pressioni sulle creature in evoluzione e questo conduce alla ripetizione della stessa caratteristica che si presenta in diversi ambienti. Sebbene un'intelligenza superiore si sia evoluta una volta sola nella terra, altre caratteristiche come gli occhi e gli aculei si sono evolute indipendentemente molte volte, suggerendo così che non è così assurdo ipotizzare che gli extraterrestri possano condividere caratteristiche similari a creature terrestri.

Godetevi il video della serata, gentilmente offerto dalla Richard Dawkins Foundation for Reason and Science:



Un appunto finale: avete notato le cravatte assolutamente didascaliche dei due scienziati?

giovedì 21 ottobre 2010

Il ritorno di Kuraimake Haijin

俳句の悪名高い作曲家
Kuraimake Haijin, lo scellerato compositore di haiku, padre putativo di Fantaiku-o-matic, sta per ritornare.
Ho ritrovato i sorgenti di questo progetto dispersi nelle sabbie del tempo, e presto li rimetterò online.
Anticamente ospitato dal portale Geocities, Kuraimake Haijin è un esempio di letteratura automatica, ovvero un programma in grado di comporre, sulla base di un set definito di schemi, decine di migliaia di haiku diversi.
I componimenti risultanti sono volutamente patafisici.
Tra i numerosissimi riconoscimenti, lo scellerato compositore di Haiku si guadagnò una citazione nel libro Poesia on line di Nicola Lagioia, Castelvecchi Editore.

Il moto disordinato delle scoperte scientifiche

Un bel giorno di aprile, la primavera sbocciava in colorati virgulti naturalmente felici di essere.
Nella casa di geometrie perfettamente disordinate, Robert Brown VIII si stiracchiò nel suo letto.
- Yawn.
- Buongiorno Robert. - una voce anziana proveniente da chissà dove.
- Buongiorno nonno.
- Dormito bene?
- Non c'è male grazie. E tu? Ah no, scusa.
L'educazione tradizionale con sui era stato cresciuto Robert Brown VIII aveva per un momento fatto dimenticare al ragazzo che la sua controparte vocale altro non era che una sintesi digitale di Robert Brown, il suo trisavolo scienziato che nel 1828 aveva scoperto il moto disordinato delle particelle  presenti in fluidi o sospensioni fluide e che da lui prese il nome. La voce sintetizzata non è neppure detto che fosse quella originale dello scienziato, ma era invece stata scelta da una selezione di voci registrate di simpatici vecchietti. Il cervello di Robert Brown, invece, era proprio il suo, ovvero un suo clone: il  DNA dello scienziato era stato utilizzato per riprodurne soltanto la zona cerebrale e portarla a un supposto giusto grado di maturazione, ovvero a un'età simulata di approssimativamente 50 anni.
Negli ultimi anni era pratica comune rispolverare qualche vecchio osso di famosi scienziati dei secoli precedenti, secondo una teoria elaborata a New Stanford dal biologo Luca Cavalli Sforza IV: se ne estraeva il DNA, si coltivavano le cellule in modo da ricrearne le sole aree cerebrali e se ne determinavano le caratteristiche comuni o simili che, probabilmente, avevano condotti gli esimi pensatori alle loro sensazionali scoperte.
Lo scopo ultimo di questo esperimento era un reverse engineering dei cervelli in modo da poter determinare quali caratteristiche genetiche li accomunassero e che, quindi, potessero prestarsi a manipolazione ed essere applicate, in seguito, ai cromosomi da innestare per il concepimento di nuovi esserini umani.
Al di là dell'estrema ambizione di questo progetto e delle effettive falle che lo caratterizzavano (non da ultimo il fatto che le scoperte non avvengono soltanto grazie a una maggior intelligenza, quanto per una costante applicazione e precisione, per la volontà di individuare, perchè si è deciso di seguire una determinata strada al posto di un'altra e, non ultimo, per caso), uno dei risultati intermedi era l'ottenimento di un cervello senziente, sebbene non collegato.
L'agenzia di ricerca, per evitare inutili sprechi, si era data al riciclo e quindi metteva all'asta cervelli di scienziati al miglior offerente.
Solitamente gli acquirenti erano musei, altri centri di ricerca o i discendenti stessi degli scienziati: nell'asta in cui Robert Brown fu aggiudicato, vennero venduti anche il cervello di Leonardo da Vinci, aggiudicato per 220 milioni di dollari allo Smithsonian, e quello di Dmitrij Ivanovič Mendeleev,da esporre all'ingresso della sede della Russkiy Standart, la vodka più diffusa in Russia. E' d'uopo qui ricordare che Mendeleev, nel 1894 al tempo in cui era direttore dell'Ufficio Pesi e Misure, carica che conquistò per meriti scientifici nonostante le sue idee apertamente liberali, formulò le norme tecniche per la produzione di vodka, ancora oggi valide per Polonia, Russia e repubbliche ex-sovietiche, fissandone la gradazione a 40°.
Vediamo quindi che i cervelli venduti potevano finire in bella mostra in qualche bacheca esposta al pubblico o essere utilizzati per i compiti più svariati, grazie all'impiego di metodologie e strumenti di biodigital-hacking, disponibili sia in rete che nei negozi specializzati.
Robert Brown IV, studente universitario di famiglia ricca, ma di non brillanti risultati e con una grande passione per l'hacking, aveva acquistato il cervello del bis-trisavolo per giocarci un po'. Dopo averlo messo in funzione, col passare del tempo si era reso conto di aver stabilito un forte legame con quella voce così remota, ma così lucida e prodiga di straordinarie suggestioni.
- Nonno, yawn, che ppalle! Sai che per l'esame di patafisica delle particelle devo studiare la legge di conservazione del numero barionico? E non c'ho neanche un po' voglia.
-  La legge di conservazione del numero barionico?
Momento di pausa, in cui Robert Brown VIII cercò di figurarsi quale fosse l'espressione del nonno mentre elaborava le sue teorie sulla dinamica dei fluidi.
- Ma lascia perdere quelle fregnacce: piuttosto, senti questa. Sai dirmi qual è la differenza tra un ingegnere, un fisico e un matematico?

lunedì 18 ottobre 2010

Omaggio a Mandelbrot

- Buongiorno dottore.
- Buongiorno paziente. Di cosa vuole parlare oggi?
- Sa, anche io, come tutti quelli che hanno praticato un minimo di matematica e/o di informatica nella loro vita, in gioventù ho subito la fascinazione delle geometrie frattali.
- Certo...continui.
- Ho appreso che Benoit Mandelbrot è morto nei giorni scorsi per un cancro al pancreas. Aveva 85 anni. Non ha mai sentito la necessità di saperne di più sui retroscena della vita di persone apparentemente normali, ma la cui mente ha disvelato conoscenze che sono poi andate ad alimentare il motore del progresso tecnico-scientifico dell'uomo?
- Ne ho già abbastanza della mia, sapesse che confusione.
- Beh, dottore, oggi non voglio parlarle di me, sebbene lei possa comunque analizzare il mio assetto odierno e trarne elementi utili per la sua analisi. Però le ho portato un regalo.
- Un regalo. A me? Ma è sicuro? Non doveva.
- Le ho portato un video (grazie a Gravità Zero) in cui Mandelbrot, nel suo simpatico inglese con accento francese e la sua piacevole quiete di scienziato ottuagenario, sviluppa un tema da lui già discusso in un TED nel 1984: l'estrema complessità della ruvidezza e il modo in cui la matematica frattale può trovare l'ordine in pattern che apparentemente sono incredibilmente complicati. Eccolo...



Se avesse voglia di approfondire, le suggerisco di partire con il podcast della sua "Lectio Magistralis" dal titolo "Il liscio, il ruvido e il meraviglioso" presentata durante il Festival della Matematica a Roma il 19 marzo 2007.
- Grazie, paziente. E' proprio vero che si può imparare sempre qualcosa, anche dai più stupidi.

domenica 17 ottobre 2010

Sensazioni di formiche

Ieri dallo psicanalista.
- Sa, dottore, ieri ero in uno di quei supermercati grandi, quelli che chiamano superstore, dove vendono di tutto, e guardavo tutta questa gente che correva qua e là come formiche alla ricerca di provviste per il proprio formicaio, e insomma, lei mi capisce, anche io ero una di loro, in quel momento.
- Non saprei. - fa lui guardandosi le unghie della mano destra. - Io non faccio mai la spesa, soprattutto di sabato.
- Capisco, lei riesce sempre a esaminare i suoi pazienti nella giusta prospettiva, non v'è alcun dubbio. Ad ogni buon conto, mi è venuto in mente il romanzo di Simak, ha presente, City?
Lo psicanalista rimira le unghie togliendosi delle fastidiose pellicine. - City? Cos'è, un nuovo modello di una macchina da cucire? Simac, diceva?
- Per l'appunto. Ma sulla targa all'ingresso del suo studio c'è scritto "Psicanalista". Ce lo ha fatto scrivere lei o quando ha affittato lo studio ha trovato la targa già fatta?
- Non la seguo.
- Beh, quello che intendevo dire è che in quel romanzo si parla di formiche che non vanno in letargo ma invece creano una società evoluta. Per fargliela breve, c'è un mutante che gli fa trovare dei carrettini con le ruote e da qui parte tutto uno sviluppo evolutivo fino a quel momento impensabile.
- Non c'è dubbio. Ma mi dica, come vanno i suoi attacchi d'ansia quando va dallo psicanalista?
- Beh, devo dire che permangono. Ho fatto delle ipotesi a proposito, e credo che sia perchè io ho delle aspettative nei confronti della terapia; aspettative che vedo puntualmente frustrate.
- Questa è una sua ipotesi.
- Indubbiamente.
- Come tale va considerata: un'ipotesi.
- Intende dire che...
- Io faccio la psicanalisi, per cui non intendo nulla. Lei cosa intende?
Noto con disappunto che mi si sta imperlando la fronte di sudore e le mani pure sarebbero da strizzare. Non voglio però che questo pensiero mi distolga dalla mia narrazione. Voglio andarci a fondo, stavolta. - Quello che volevo dire era che, al supermercato, ho notato una forte somiglianza con la società delle formiche evolute. Anche noi, che impazzavamo sfrenati qua e la a cercare provviste: immagini come sarebbe la scena ripresa dall'alto, in modo che le persone siano appena visibili. Se lei paragonasse quella scena a quello che succede intorno a un formicaio, quasi non noterebbe la differenza.
Il dottore mi guarda di sottecchi. Si è infilato un dito nell'orecchio e vi sta cercando qualcosa. Non vorrei assistere a questa scena, ma credo che il suo sguardo mi stia trapassando, che ora stia vedendo non dentro di me, ma oltre.
- Dottore...
Nulla.
A voce più alta. - Dottore...
Ritorna al presente. - E' come se avessi qualcosa nell'orecchio.
- Capisco.
- Come se mi fosse entrata una formica. Anzi, a dir la verità, secondo me, sono entrate delle formiche nel mio orecchio.
- Che strano. - dico io. - Solo in quello?
- Ora che mi ci fa pensare, anche nell'altro sento qualcosa.- si infila un dito anche nell'altra cavità. Caspita, non pensavo che le dita si potessero infilare così in profondità. Ora, il mio psicanalista, ha entrambi gli indici infilati nelle orecchie e si muove in maniera scomposta. Non è una bella scena, ma mi riconcilia col mondo della psicanalisi e calma la mia ansia meglio di un ansiolitico. Decido di fargli una foto col telefonino: non si sa mai, potrebbe sempre essermi utile.
Considero la sua temporanea assenza dal mondo dei coscienti come un intervallo di relax e rifletto sulla presenza di formiche nella sua testa. Sono stato io a materializzarle fisicamente nelle sue orecchie o a materializzarne la sensazione nel suo cervello? Sono dotato di questi poteri straordinari? Se è così, varrebbe la pena farne buon uso. Devo andarci a fondo.
Per il momento però intendo godermi la scena: il mio dottore si sta contorcendo sulla sedia pronunciando parole di cui non afferro il senso. Val la pena fargli anche un video.
Gli approfondimenti a un'altra volta.

venerdì 15 ottobre 2010

Pioneer 10 final achievement

Ecco un lavoretto che ho preparato tempo fa per una maglietta.
Non sono in molti ad averla indossata: se qualcuno si sentisse abbastanza bizzarro da volerlo fare, mi richieda pure l'immagine ad alta definizione.


Il tifo sportivo nel futuro

Ieri dallo psicanalista.
- Salve dottore.
- Salve paziente browniano.
- Ho fatto delle riflessioni che mi stanno conducendo alla formulazione di una nuova teoria del tifo.
- Parla del tifo in quanto malattia? Quello standard, quello esantematico o quello endemico? Bisogna essere precisi. Inoltre, di cosa si occuperà questa teoria? Eziologia o patogenesi? Bisogna essere precisi, e lei, in quanto paziente browniano, oggettivamente non gode di tale caratteristica.
- Senta, mio caro psicanalista, se volevo farmi fare il terzo grado andavo a tirare una scarpa al primo presidente del consiglio che mi capitava a tiro. Quello a cui intendevo riferirmi, era una teoria di come potrà essere il tifo sportivo nel futuro.
- Ah già. - lo psico sospira, alzando gli occhi al cielo per fissare un punto qualsiasi sopra alla mia testa. - Dimenticavo la sua inclinazione all'immaginazione. Ebbene, mi dica, carissimo, di cosa mi vuol parlare?
- Ecco, così va molto meglio. Ebbene, ho preso spunto dai fatti capitati a Genova l'altro giorno, sa, quando i tifosi serbi hanno cominciato a distruggere lo stadio e a far guerriglia contro la polizia.
- Ricordo, ricordo. Che fatto increscioso.
- Condivido la sua impressione. Ebbene, stavo pensando che, in futuro, questi match saranno organizzati in modo diverso. Pensiamo a quello che è successo a Genova e traiamone spunto: l'altro giorno i protagonisti dell'evento non sono stati i calciatori, ma i tifosi. E quante volte accade questo anche in Italia? Ma l'altro giorno è stato diverso. C'è stata una vera inversione delle parti: chi di solito va alla partita con l'ansia di vedere vincere la propria squadra e la paura che possa perdere diventa il protagonista. Chi provava ansia e paura, l'altra sera, erano proprio coloro che di solito figurano tra i protagonisti, ovvero i giocatori.
- Sì, la seguo.
- E allora, nel futuro si invertiranno le parti: le persone che costituiscono la tifoseria, persone normali che vanno a lavorare dal lunedì al venerdì, più o meno, che hanno una famiglia, dei figli, o una ragazza, o che so altro, si ritrovano alla domenica e vanno allo stadio a darsele di santa ragione. Si costituiscono due squadre che si menano a più non posso.
- Ah. E i giocatori? Voglio dire, quelli che attualmente fanno i calciatori, cosa ne facciamo?
- Quelli saranno gli spettatori, pochi selezionati spettatori che per entrare allo stadio dovranno pagare fior di quattrini, ma con la possibilità di scommettere su l'una o l'altra squadra. I giocatori, voglio dire le persone normali, invece no, non pagheranno nulla, e verranno retribuiti molto poco perché si farà perno sulla valorizzazione di valori quali il nazionalismo, il campanilismo e l'odio per il diverso. In questo modo non saranno necessarie le retribuzioni, perché la sola gratificazione di averle suonate di santa ragione alla parte avversaria compenserà la mancanza di salario. In più, le partite verranno trasmesse in televisione e l'esito finale sarà stabilito dal pubblico a casa mediante il televoto.
- Interessante. - Lo psicanalista si porta una mano al mento, simulando una riflessione. Gliel'ho visto fare altre volte, e alla fine se ne esce sempre con una castroneria. - Non che sia tutta questa originalità, eh.
- Scusi, ma lei, in quanto psicanalista, non dovrebbe astenersi dal dare giudizi?
- Mi scusi, mi ero fatto prendere dall'inversione delle parti.

giovedì 14 ottobre 2010

Come si manteneva Manfred Macx?

Non è mai stato chiarito come effettivamente traesse un guadagno dal suo lavoro il protagonista di Accelerando di Charless Stross.
Manfred Macx, broker memetico e professionista d'altruismo, girava il mondo proponendo idee open source a chi ne avesse bisogno: occupazione tra le più nobili e probabilmente efficace, ma la cui efficienza economica è sospetta.
Un'idea per sussistere deve essere sviluppabile e creare un progetto sostenibile: un'idea è pur sempre un'idea, chi di noi non ha idee? Io ho cento, mille idee al giorno e di queste solo una piccolissima parte è effettivamente realizzabile.
Manfred aveva la capacità di selezionare, tra le centinaia di idee quotidiane, solo quelle con alta probabilità di arrivare a un progetto, ma come si potesse realizzare e a quale processo di selezione venissero sottoposte non è dato sapere.
Voi mi direte: ma chi se ne frega, è un romanzo così straordinario che si può soprassedere a questa lacuna.
Oppure ipotizzerete: in effetti non è del tutto scontato quello che dici. Propongo di ritirargli il premio Locus.
Nell'intervallo di opinioni delimitato dalle due frasi sopra, sentitevi liberi di aggiungere la vostra gradazione di giudizio.

mercoledì 13 ottobre 2010

Scrivere è una lotta

Scrivere è una lotta, o così almeno dovrebbe essere.
Ho deciso di iniziare questo blog con un argomento estremamente ambizioso in modo da tagliarmi subito le gambe, farmi stroncare (ma da chi?!?) e non arrivare così neanche al secondo articolo.
Il manifesto programmatico continua così: la parola, la descrizione, il dialogo, l'immaginazione hanno tutti una ben determinata funzione, non esistono così per caso. O, meglio, non dovrebbero esistere per caso.
Emmanuel Levinas, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, si chiedeva se dopo Auschwitz fosse ancora possibile pensare, mentre Theodore Adorno arrivò ad affermare che "dopo Auschwitz non è più possibile la poesia".
Non c'è stato solo Auschwitz: l'orrore è sempre esistito, in forme varie, toccando vette di assurda violenza, come nei lager, come nel Darfur, come in Bosnia, come nei mercati di Baghdad, quando decine di persone muoiono all'improvviso per lo scoppio di un ideale inesistente.
Non li sto mettendo a confronto, li sto solo citando.
Mi sono chiesto tante volte: ma ha senso scrivere di fronte a questo?
E' vero che l'orrore, quando travalica il limite della possibilità dell'immaginabile, fa terra bruciata intorno a sé, lascia solo uno sgomento silenzio; la nostra capacità di pensare e di parlare viene sospesa.
Ma l'uomo, forse grazie alla sua natura animale, incarna da sempre una necessità di reazione e da questo possono scaturire rabbia, sconcerto, sete di vendetta o desiderio di testimoniare, per fare in modo che ciò che è stato visto non possa più accadere.

Scrivere per educare? Scrivere per intrattenere?
Sebbene la finalità possa essere una sola, dobbiamo arrivarci a passi successivi: l'intrattenimento crea interesse, il testo interessante potrebbe educare e arrivare a toccare la coscienza.
Parlo al condizionale, naturalmente. Potrei anche essere più definitivo e scrivere un manifesto in cui dire: "L'intrattenimento deve creare interesse. Il testo interessante educa e plasma la coscienza del singolo e del popolo.", ma il pensiero di leggere questa frase dipinta su una casa in modo che possa essere notata, come si usava fare in un triste periodo della nostra storia italiana, evoca in me realtà che vorrei non tornassero più.
E la fantascienza cosa può fare?

Anche l'immaginario può dare il suo contributo, raccogliendo spunti dall'attuale e dal passato e plasmandoli per mostrare che cosa ci si potrebbe aspettare dal futuro, incarnando quindi una funzione che non è soltanto di divertimento consolatorio, ma che invece deve fungere da stimolo per capire che quello che stiamo facendo, dalla cosa più piccola a quella che riteniamo più importante, ha una conseguenza, e come tale va considerata e meditata.
Raccontare: storie minori immaginarie, figlie di una Storia maggiore reale trascorsa irrompendo violentemente nelle vite, calpestando zerbini di benvenuto, interrompendo legami straordinari, ma anche diffondendo la conoscenza, dando da mangiare allo sviluppo, aggiungendo anni all'esistenza.
C'è sempre un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto; si tratta solo di descriverlo.