la fantascienza...

La fantascienza è una delle mie passioni, così come la chitarra elettrica (che non so suonare), la cucina (che so praticare), i giochi di società (che so giocare), la montagna, il cinema (quello buono), e  il vino (quello d'essai).
Credo che tutto ciò ebbe inizio quando a 6 anni, o giù di lì, fui ammaliato dalle centraliniste di Base Luna, nella serie di telefilm inglese U.F.O.: a quel tempo non sapevo ancora che i loro capelli fossero viola, cosa che scoprii solo decenni più tardi con l'avvento della televisione a colori e che imputai alle strane radiazioni emesse dagli UFO a cui era tanto caro quel luogo ameno.
Non vi dico con quanta trepidazione attendevo la puntata settimanale del telefilm con il comandante Stryker e neanche vi narro di quanto mi immergessi sotto le coperte a letto la sera dopo averlo visto. Dopotutto avevo solo 6 anni.
Nel '76, poi, mio padre portò a casa non so da dove (non dall'edicola di certo, perché a lui la fantascienza non interessa un granché) un numero di Robot, gloriosa rivista dell'Armenia, che mi fece scoprire che la fantascienza non si poteva vedere solo in televisione o al cinema, ma si poteva anche leggere. Lo conservo ancora, e lo potete vedere qui a fianco, in mano a Palpatine.
Tra i contenuti che mi colpirono di più e che ricordo ancora, "Avere mai visto l'alba", di Gianni Menarini, "L'uomo del buco" di Larry Niven, e un articolo sugli universi paralleli, ambito di cui ancora sono affascinato e per il quale mi piacerebbe scrivere qualcosa.
E poi vennero gli Urania, la Nord (l'editrice, non le ferrovie), gli Ucronia (breve vita, ma intensa), le fanzine, i Monte Analogo.
Ma questa è un'altra storia...